L’arte si dirama e si fa itinerante.
Dopo 3 edizioni che hanno visto oltre 40.000 presenze di pubblico, per il quarto anno Bibart triplica le esposizioni e aumenta il numero delle opere esposte per ogni artista.
Più spazio per l’arte: gli artisti avranno la possibilità di esporre le loro opere in regioni diverse, un regalo per i visitatori che potranno intraprendere un vero e proprio viaggio a tappe per scoprire e vivere l’arte contemporanea in 3 città diverse: Bari, Bitonto, Caltanissetta.
La nuova Biennale ritorna in tre città: Bari, Caltanissetta, Bitonto, il periodo espositivo si terrà da Ottobre a Dicembre 2023. Tante le novità della IV edizione che saranno svelate durante questi mesi.
L’esposizione a Bari avverrà nelle Chiese storiche del borgo antico, a Caltanissetta presso il Palazzo Moncada e Bitonto nel Museo Diocesano.
Il tema dell’edizione 2023 “I quattro Elementi, Acqua, Aria, Terra, Fuoco.
Quattro gli elementi naturali e fondamentali che compongono il pianeta: aria, acqua, fuoco e terra. Tutti importanti allo stesso modo, sono stati fin dagli antichi filosofi greci un modo per interpretare la conformazione dell’Universo, chiave di lettura acquisita anche dai vari Credo religiosi, si alternano costantemente permettendo l’armonico sviluppo della vita e il regolare divenire del mondo. Nell’arte gli elementi hanno ispirato nel tempo molti artisti di ogni epoca, che hanno indagato sulle caratteristiche di aria, fuoco, acqua e terra, divenendo strumenti creativi di tale ricerca. Sono quattro anche gli elementi che l’arte visiva utilizza per manifestarsi attraverso l’artista: materia, immagine, cromia e segni che si trasformano in emozioni, il disunire ogni elemento dall’altro crea disarmonia.
Una nuova avventura. Una nuova biennale. Un nuovo viaggio: con Bibart l’arte diventa per gli artisti pretesto per stare insieme, viaggiare insieme, vivere l’arte insieme.
Bibart Biennale Internazionale d’Arte di Bari e area Metropolitana è la Biennale d’Arte della Città di Bari che espone le opere nelle Chiese del Borgo Antico di Bari perché, nei secoli, la Chiesa Cattolica ha creato un profondo legame con il presente di cui l’arte è espressione. Bibart è una grande scommessa per i suoi contrasti, la contemporaneità delle opere e il palcoscenico storico delle Chiese.
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Perché Bibart?
Perchè crediamo nell’importanza di fermarsi ad osservare. Per universale verità: l’arte riesce a scrutare e a toccare i sentimenti più nascosti dell’animo umano.
In tutte le edizioni di Bibart ci sono lavori che seguono i canoni della bellezza, del romantico, dell’equilibrio cromatico e opere che talvolta suscitano fastidio negli astanti. Bibart è l’arte di tutti giorni, quella che ti scruta, che guarda dentro, che si spinge oltre il comune senso di armonia, che ti coinvolge in sentimenti respinti, comunque che si impone all’attenzione, suscitando emozioni sempre forti e contrastanti. L’arte che noi esponiamo è l’espressione di ciò che ognuno di noi prova quotidianamente.
L’arte presentata in questa biennale è quella che non ha bisogno di critici, è diretta, è una riabilitazione del senso comune del gusto del pubblico. Del pubblico che deve riappropriarsi della sua capacita di discernimento che ha perso in oltre 60 anni di storia dell’arte. Una parte di esso è diventata più pigra, l’altra si è allontanata dall’arte perche è diventata talmente concettuale da perdere i concetti e divenire banale fenomeno di scalpore, ricerca ossessiva di originalità, a cui la critica ha dato il suo apporto con fiumi di parole che hanno distolto l’attenzione dalle emozioni che l’arte deve necessariamente suscitare.
I valori di spontaneità, sincerità, naturalezza, immediatezza della fruizione artistica sono stati sostituiti da recensioni critiche che avvalorano o meno un manufatto artistico, il critico che si sostituisce al senso comune dell’arte è una strada senza uscita. L’arte è un prodotto dell’immaginazione, dell’animo umano, dell’inconscio e a differenza degli altri saperi non richiede mediazioni concettuali, deve riconoscersi per la libertà espressiva ed emozionale che possiede, l’artista non deve obbedire alle regole estetiche ed intellettuali della critica perchè deve essere lui stesso espressione di estetica ed intelletto, di sentimenti ed umori diversi e contrastanti e non adeguarsi o addirittura accodarsi servilmente a formule giudicatrici tipiche della critica d’arte.
La realtà ci racconta di una aberrazione dei nostri tempi, quella del silenzio dell’Artista lasciatosi persuadere della necessità di affidarsi alla vena affabulatoria del critico moderno, e di reclamarlo, di fronte ad un pubblico sempre più distratto lungo una mostra che finisce per annoiare, o, ancor peggio, lo fa sentirà ignorante. Noi al contrario vogliamo che le manifestazioni artistiche servano a invece a raccontare il nostro tempo.